Gheddafi “profeta” a Roma nel 2011: “Se i terroristi conquistano il Nord Africa, il Mediterraneo diventerà un mare di caos

ghedda18Parole profetiche queste di Muʿammar Muḥammad Abū Minyar ʿAbd al-Salām al-Qadhdhāfī, semplificato in lingua italiana come Mu’ammar Gheddafi, pronunciate il 15 marzo 2011 in un’intervista rilasciata dall’allora leader libico durante l’ultimo viaggio in Italia: “Che voi sareste le prime vittime, avreste milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia. Sarebbe un incubo per l’Italia e l’Europa, svegliatevi!”.

Era appunto il 15 marzo 2011 e il colonnello Gheddafi, arrivato in Italia per quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio nel nostro Paese, rilasciò un’intervista esclusiva al Giornale e al Corriere della Sera. Non esisteva ancora il Califatto, le bandiere nere del terrore non erano ancora state issate, ghedda14Bin Laden era ancora vivo (per poco) e il Nord Africa non era ancora un focolaio di violenza e caos come oggi. Eppure Gheddafi raccontò esattamente quello che stiamo vivendo ora. A quattro anni di distanza le parole che ci disse Gheddafi suonano come una sibillina profezia. L’orribile notte di Parigi tra il 13 e il 14 novembre 2015, le stragi di Charlie Hebdo e di Tunisi  sono pagine di un romanzo che Gheddafi aveva già letto. Il rais aveva avvertito tutti: “Se i terroristi conquistano il Nord Africa, il Mediterraneo diventerà un mare di caos. Se al posto di un governo stabile, che garantisce sicurezza, prendono il controllo queste bande legate a Bin Laden gli africani si muoveranno in massa verso l’Europa”. Le dichiarazioni sono talmente puntuali che non serve commentare altro. Sta succedendo esattamente quello che aveva previsto il rais, e ciò che lascia più sgomenti è che non sappiamo cosa fare.

gheddaIl colonnello Gheddafi, dopo un mese di rivolta, aveva perfettamente previsto il caos libico che si sarebbe scatenato dopo di lui. Inascoltato dai più che lo ritenevano un folle dittatore allaricerca di visibilità e interessi nel Mediterraneo,  Gheddafi probabilmente andava ascoltato per un motivo solo: sapeva con che gente l’Occidente avrebbe dovuto combattere. Conosceva il nemico. E infatti per l’ex leader libico era “…impossibile negoziare con i terroristi legati a Osama Bin Laden. Loro stessi non credono al dialogo, ma pensano solo a combattere e ad uccidere, uccidere ed uccidere”. Poi rincarava la dose: “Per il momento la striscia di Gaza è ancora piccola, ma si rischia che diventi grande. Tutto il Nord Africa potrebbe trasformarsi in una sorta di Gaza“. In qualche maniera vedeva già all’orizzonte le bandiere nere, che oggi sventolano a Sirte ed in altre città della Libia. E mandava a dire al governo italiano guidato allora da Silvio Berlusconi: “Sono realmente scioccato dall’atteggiamento dei miei amici europei. In questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di

ghedda13.jpggrandi accordi sulla sicurezza, nel loro interesse e la cooperazione economica che avevamo”.

La scelta che aveva di fronte l’Europa era fin troppo chiara: “O me o Al Qaeda. L’Europa tornerà ai tempi del Barbarossa. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione. Avrete Bin Laden alle porte, ci sarà una jihad di fronte a voi”. Questa volta i paladini americani hanno sbagliato, i leader europei non hanno visto (o non hanno voluto farlo); la primavera araba che televisioni e giornali cavalcavano come la vittoria del popolo e della libertà si è trasformata in un inferno, proprio davanti ai nostri occhi sgomenti.

ghedda3Le stragi di Charlie Hebdo , di Tunisi e appunto l’ultima, in ordine di tempo, a Parigi sono pagine di un romanzo che, come abbiamo già detto, Gheddafi aveva già letto. E noi, sordi e presuntuosi, abbiamo fatto finta di niente. Abbiamo insabbiato la testa come gli struzzi e creduto che queste parole fossero solo deliri di un dittatore. La Nato ha fatto il suo dovere, il 20 ottobre 2011 Gheddafi morì trucidato e così, finalmente, la Primavera Araba trionfò. Ora cosa ci resta? Confusione, terrore, morte e un romanzo già scritto…che nessuno ha mai avuto il coraggio di leggere.

di Davide Garavaglia – www.ticinolibero.it

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