Altra tragedia per la famiglia Rampi: muore improvvisamente Riccardo, il fratello minore di Alfredino caduto nel 1981 in fondo al pozzo di Vermicino

Vermicino2Ricordate la drammatica morte del piccolo di 6 anni Alfredo Rampi nel giugno 1981 dopo la lunga agonia nel fondo di un pozzo artesiano di Vermicino, alle porte di Roma su una delle strade dei Castelli romani, seguita con trepidazione notte e giorno da milioni di telespettetatori di tutto il mondo? Già, perché a soli pochi minuti dalla caduta di Alfredino, fu organizzata dalla Rai una straordinaria “diretta televisiva” con un eccezionale impiego di uomini e mezzi. E cosìpoco dopo l’inizio dei primi tentativi di soccorso diffusi dalla tv, a Vermicino corse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini per seguire personalmente da vicino le operazioni dei vigili del fuoco e anche di improvvisati volontari.

vermicino6Tutto ebbe inizio la sera di mercoledì 10 giugno 1981. Inutile ricordare come la tragedia di Alfredino abbia irrimediabilmente segnato la vita della famiglia. Ora un’atra tegola si abbattuta sulla testa dei Rampi. Riccardo Rampi, che all’epoca non aveva ancora 2 anni, sposato e padre di 2 figli, è morto improvvisamente trentaseienne per un malore durante la festa dell’addio al celibato di un amico. E’ stato visto alzarsi dalla tavola, fare alcuni passi barcollando, e cadere a terra. nonostante il tempestivo soccorso di un’ambulanza del 118 munita di defribillatore e il ricovero all’ospedale romano Sant’Eugenio Riccardo rampi è morto nella notte. L’autopsia compiuta al Policlinico Gemelli ha stabilito che si è trattato di morte per infarto. Riccardo era vermicino10cardiopatico come il fratello maggiore Alfredo, ma sembra che non fosse troppo attento al proprio stato di salute se è vero, come è trapelato,  che nelle tasche gli sarebbe stata trovata della cocaina. Saranno ora gli esami tossicologici a esprimere l’ultima parola.

In quell’inizio giugno del 1981 il piccolo Alfredo Rampi era in vacanza a Vermicino con la famiglia. La sera del 6 esce a passeggio in compagnia del padre Ferdinando.Alle 19.20, il bambino chiede al padre di poter continuare a camminare da solo attraverso i prati. Ma alle 20 il piccolo non è ancora tornato a casa e i genitori, preoccupati, cominciano a cercarlo. Vengoo avvertite le forze dell’ordine e cominciano le ricerche.

Ci vuole poco a scoprire che poco lontano dalla casa c’è un pozzo artesiano. L’apertura del pozzo è coperta e nascosta da lamiere. Un vermicino11agente sposta una lastra e sente dal fondo provenire i lamenti del bambino.  In pochi minuti arrivano i vigili del fuoco, che si rendono conto delle difficoltà per tirare fuori il bambino. Il comandante dei vigili, l’ingegner Elveno Pastorelli, si rende subito conto che sarà un’operazione lunga, resa più problematica dal buio della notte. Le fotoelettriche dei Vigili del Fuoco potrebbero non essere sufficienti e allora Pastorelli chiama personalmente il Direttore generale della Rai, all’epoca Villy De Luca, che mette subito a disposizione gli impianti mobili di illuminazione dell’Azienda e naturalmente i direttori dei Tg inviano i giornalisti per una “diretta” di cui non si ha ancora la più pallida idea di quanto possa durare. E così da Quirinale accorre immediatamente il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che abbraccia e conforta la mamma di Alfredino, Franca Rampi.

vermicino20Le difficoltà per raggiungere Alfredino sono enormi, la confusione è tanta, le idee sul da farsi contradditorie. Si procede per tentativi. La tragedia di Vermicino si trasforma così in un circo mediatico trasmesso per tre interi giorni dalla Rai a reti unificate. Da tutta Italia, e anche dall’estero,  si segue la storia del bambino caduto nel pozzo. Vigili del fuoco e ingegneri provano a raggiungere il punto dove è precipitato il bambino, un volontario di bassa statura e corporatura, Angelo Licheri, legatore i piedi riesce ad agganciare le spalle del bambino, ma Alfredino gli scivola dalle mani. Inutile anche un altro tentativo da parte di un uomo, di fatto un vero e proprio “nano”, Luigi D’ecclesia, dello speleologo Donato Caruso e quello di un ragazzo appena quindicenne, bloccato poco prima di esser calato per ordine del magistrato. Il piccolo morirà lentamente vermicino8sul fondo del buco profondo 80 metri che lo aveva inghiottito monitorato dall’estro da strumenti appositamente calati per controllarne il battito cardiaco.

Dopo la tragedia, la madre Franca, qui nella foto col Presidente Napolitano al Quirinale il 9 giugno 2011 nel trentesimo anniversario della morte del figlioletto, ha fondato una Onlus intitolata ad Alfredino, un centro che si occupa di prevenzione dei rischi ambientali. “È lo scopo della mia vita – aveva detto Franca Rampi – occuparmi del centro, sapere che posso evitare ad altri bambini quello che è successo a mio figlio e ciò mi aiuta a sopravvivere”. Ora, con la morte improvvisa dell’altro figlio Riccardo, un altro immenso dolore per Franca. “Le siamo vicino – dicono i collaboratori del centro – per proteggerla”.

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